





Distanza da Postignano
23,2 km
Il Museo della canapa ha sede all'interno dell'antico borgo di Sant'Anatolia di Narco, paese della Valnerina ai piedi del Monte Coscerno e costeggiato dal fiume Nera.
Inaugurato nel 2008 e riaperto al pubblico con un nuovo allestimento nel 2016, rientra all'interno dell'Ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra come antenna, ossia un centro di raccolta e trasmissione del patrimonio materiale e immateriale, dedicata al ciclo di lavorazione della canapa e alla tessitura.
Con il nuovo allestimento, il Museo ha aggiunto agli spazi precedentemente destinati all'esposizione museale dei veri e propri laboratori di tessitura. Al loro interno è possibile osservare da vicino telai manuali a quattro e otto licci, conoscerne il funzionamento e scoprire in che modo un telaio è in grado di intrecciare ordito e trama per realizzare un tessuto. I laboratori ospitano periodicamente attività didattiche pensate per bambini e ragazzi, gite scolastiche e corsi di tessitura per adulti.
Questi spazi costituiscono anche un esempio delle potenzialità attuali e future dell'utilizzo della canapa, per esempio in campo edilizio. I locali sono stati, infatti, ristrutturati con intonaco in canapa e calce, materiale naturale e biocompatibile, le cui caratteristiche principali sono quelle di essere isolante a livello termico e acustico e di assorbire l'umidità. Questo intervento, con il quale il Museo ha ottenuto nel 2016 il marchio Green Heart Quality della Regione Umbria per l'abbattimento dei consumi energetici della struttura, rappresenta l'impegno portato avanti da quello che nasce come un luogo legato alla memoria anche nel contemporaneo.
Il Museo ha partecipato, in passato, anche a progetti legati agli utilizzi più moderni di un materiale eclettico come la canapa, come il Progetto T.U.N.: Tessile Umbro Naturale, legato alla sperimentazione in ambito tessile di filiere produttive come canapa, lana e tinture naturali, oppure come il Fabric-Action, progetto della Regione Umbria realizzato in collaborazione con Politecnico di Milano e Polifactory, volto alla prototipazione di oggetti di design realizzati con materiali naturali e innovativi a base di canapa.
Sempre per rimanere nel tema del contemporaneo, il Museo ospita anche l'opera d'arte Spinning Dolls, dell'artista inglese Liliane Lijn.
I restanti spazi espositivi sono stati rinnovati per illustrare al meglio i temi della coltivazione e dello sfruttamento della canapa sia nell'ambito domestico che in quello produttivo. Dalla semina alla raccolta, dalla macerazione alla filatura, durante la visita è possibile riscoprire i passaggi che un erano necessari alla trasformazione di una pianta di canapa in un filo e poi in un tessuto.
E non sono solo gli oggetti conservati all'interno del Museo, provenienti principalmente dalla Valnerina, a raccontare la memoria legata a questa pianta. Attraverso alcune video installazioni si possono conoscere le voci e i ricordi di alcuni artigiani della canapa, che guidano il visitatore nella riscoperta di un mondo fatto di abilità e di ingegno, ma anche di tradizioni e di proverbi.
Oltre a telai, fusi, cardi e arcolai, il museo dispone anche di un importante archivio tessile, in cui sono conservati tessuti di varia natura, dai poveri sacchi di canapa alla preziosa biancheria da corredo, fino ai rotoli di tela di canapa che venivano riposti nei bauli per essere usati in caso di necessità.
A completamento delle collezioni conservate nel museo vi è, infine, l'archivio cartaceo che comprende libri inerenti al tema del tessile che vanno dalla fine dell'800 ai giorni nostri e circa 700 riviste di moda, databili tra gli anni ‘20 e gli anni '70.
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