





Distanza da Postignano
27,1 Km
Le prime citazioni di Pale risalgono al 970 e si riferiscono alla chiesa di Santa Lucia, fatta edificare da Roderico I di Uppello. Successivamente, documenti del 1082 e 1086 parlano di donazioni di terre a Pale da parte del conte Ugolino a favore della chiesa di Santa Maria del Vecchio.
Del 1111 è la donazione di terre che il conte Offredo di Dualtieri III fece a suo fratello Alberto, abate dell'abbazia di Sassovivo, queste includono la chiesa di San Biagio situata all'interno delle mura del castello.
L'ospedale della Santissima Trinità fu istituito a metà del XIII secolo e restò in attività fino al XVII secolo. Nel XIII secolo la famiglia degli Elisei diede inizio ad un'utilizzazione sistematica della forza idraulica, in seguito al quale si svilupparono attività come opifici e gualchiere, una delle quali apparteneva ai monaci di Sassovino già nel 1256.
Nel XVII secolo, all'interno delle mura castellane e presso le cascate del Menotre, gli Elisei fecero costruire un importante palazzo circondato da giardini e piscine.
Pale fu possedimento dei Trinci fino al 1439, per poi divenire proprietà comunale. Nelle Croniche della città di Foligno della prima metà del XVII secolo, Jacobilli parla dei Priori di Scopoli e della loro richiesta del 1442 per la riedificazione del castello di Serrone, nella stessa citazione si parla dei castelli di Scopoli e Pale, che quindi erano preesistenti.
L'importanza di Pale è dovuta alla presenza di abbondanti corsi d'acqua e delle cascate del Menotre, sfruttate sin dai tempi Romani come fonte di energia, come testimoniano varie costruzioni di epoca romana nella valle e nei pressi delle cascate. Da questo si svilupparono le prime cartiere, che divennero un'attività importante per Pale che continuò fino al XX secolo, quando ben 16 stabilimenti per la produzione della carta erano attivi. La qualità della carta prodotta a Pale era rinomata ed è quasi certo che questa venne usata per la prima edizione della Divina Commedia del 1482.
Le mura del castello sono ben visibili sul lato nord del paese, con una torre quadrangolare e due torrioni semicircolari; al nucleo più antico del paese si accede da una doppia porta nelle mura, da qui parte anche il sentiero che si inerpica fino all'eremo di Santa Maria Giacobbe.
La lunga storia di attività artigianali e industriali legate allo sfruttamento dell'acqua ha influito sull'architettura del luogo, e molti degli edifici presentano grandi ambienti che evidentemente furono anticamente laboratori, spesso con passaggi d'acqua canalizzata che li attraversano. Intorno all'abitato sono ancora presenti grandi edifici che ospitavano le cartiere di tempi più recenti.
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